Villanova
Motivo dell'adozione
Chiara era solita fare lunghe passeggiate per le strade di Posillipo, il suo quartiere. Un pomeriggio si trovò in prossimità di uno slargo, lungo la strada del vecchio casale di Villanova. Regnavano la pace ed il silenzio. Sui balconi e sugli usci numerosi fiori dalle tinte pastello; era evidente l’amore e la cura per l’ambiente. Si guardò intorno incuriosita e fu attratta da una chiesa. Entrò. L’interno era illuminato dagli ultimi raggi del sole che penetravano dalle grandi vetrate della cupola. Sull’altare un dipinto su tavola della Madonna, incorniciato da una splendida raggiera lignea dorata. Chiara rimase incantata ed avrebbe voluto saperne di più su quel piccolo capolavoro. A casa ripensò alla piccola chiesa e la notte sognò… Le venne incontro, avvolto da una grande nuvola opaca, un monaco agostiniano dalla lunga barba bianca arruffata. Si presentò: era Fra’ Bernardo. Le raccontò del monastero dove si era ritirato per studiare e lavorare. Qui, alla fine del 1400, annessa al monastero c’era una piccola cappella. Era una modesta costruzione di campagna, in armonia con l’edilizia del casale. Il pavimento era ricoperto di maioliche policrome, le pareti affrescate. Successivamente, forse in seguito ad un terremoto, la cappella fu sepolta dalle macerie. A questo punto il frate sparò e Chiara si svegliò. Faceva fatica a riaddormentarsi; avrebbe voluto raccontare tutto alle sue insegnanti ed ai compagni di classe. Finalmente, la mattina successiva narrò con emozione l’accaduto ed affascinò tutti. Quando si trattò di scegliere un monumento da adottare, non ci furono dubbi: coralmente, decidemmo di prenderci cura della di Santa Maria della Consolazione a Villanova.
Descrizione del Monumento
Dopo aver consultato libri e documenti, grazie anche all’aiuto del parroco di allora (lo scomparso Padre Rosario), abbiamo constatato che dal 1700 ad oggi la chiesa non ha subito grandi trasformazioni, soprattutto per quanto riguarda l’impianto e la copertura. La facciata invece è stata rimaneggiata nel XIX secolo e del progetto originario, opera di Ferdinando Sanfelice, conserva solo il finestrone. La particolarità della chiesa consiste nella copertura, costituita da una complessa struttura alla quale è sospesa una finta volta ‘ad incannucciata’. Sembra che con la dominazione francese il monastero sia stato venduto. Nel 1946 furono eseguiti lavori di restauro alla copertura e al pavimento, che è stato completamente rifatto. Dopo il terremoto del 1980, durante i lavori di restauro, è venuta alla luce l’antica cappella dei monaci agostiniani.