Scuola Elementare del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II
Località: Via Santorre di Santarosa, 11
Contatti: 081.549.94.02 - fax 081.549.93.76
E-mail: convittonazionale@tin.it

Monumento adottato
Foro Carolino
Studenti
170
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
30
Insegnanti
13
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
2
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
linguistico, matematico
Sito web
www.convittonapoli.it
Scuola Elementare del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II

Motivo dell'adozione

abbiamo adottato il Convitto Nazionale perché è un monumento che viviamo quotidianamente. Qui infatti si svolge, ogni giorno, l’attività scolastica. Abbiamo pensato che in questo modo lo avremmo potuto far conoscere come “monumento” a tutti quelli che lo conoscono solo come scuola e, soprattutto, a quelli che non lo conoscono affatto.

Descrizione del Monumento

gli spazi architettonici in cui ha sede la nostra scuola rappresentano il nucleo principale di quello che fu il convitto di San Sebastiano. Il complesso religioso fu fondato in epoca costantiniana, su un’area extra-moenia, dai monaci basiliani. Nel 1423 la regina Giovanna vi trasferì le monache benedettine. Nel 1807 le monache furono espulse e in seguito l’edificio divenne sede delle scuole dei Gesuiti e più tardi del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II. Il piccolo chiostro a pianta quadrata, a due ordini, è il più antico di Napoli e presenta colonne a capitelli zoomorfi e antropomorfi che sostengono archi ogivali. Il secondo, seicentesco, fu realizzato con pilastri di piperno reggenti archi a tutto sesto. Sempre nel Seicento fu costruita, in forme barocche, la nuova chiesa che fu Cappella del Convitto fino al 1941, anno in cui crollò. Nella seconda metà del Settecento venne realizzato l’intervento vanvitelliano del Foro Carolino. È costituito da una grande esedra conclusa al centro da un’edicola in cui doveva essere posta la statua equestre di Carlo III, mai realizzata. In alto vi è un loggiato coronato da ventisei statue rappresentanti le virtù del sovrano. Nel 1835, furono realizzati l’ingresso centrale e il retrostante pronao neoclassico, per rendere autonomo l’accesso a quello che sarebbe divenuto l’attuale convitto.

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