S.M.S. Ugo Foscolo
Motivo dell'adozione
Il complesso di Santa Chiara, insieme alla nostra scuola e alla piazza del Gesù, è lo spazio quotidiano che ricorderemo come essenziale alla nostra adolescenza. Questo monumento rappresenta la sintesi fondamentale di gran parte della storia artistica, politica e sociale della città di Napoli, dal Trecento al Novecento: il suo studio ci forma alla conoscenza del nostro patrimonio artistico, al suo rispetto ed alla voglia di tutelarlo. Adozione fino all’ a.s. 2013/2014
Descrizione del Monumento
La Cittadella di Santa Chiara realizzata fuori le mura della città angioina, per volere di Sancia di Maiorca e del Consorte Re Roberto d’Angiò, fu edificata da Gagliardo Primario che la realizzò secondo i caratteri gotici provenzali, ma con l’intento di aderire alla spiritualità diffusa in quegli anni dal movimento pauperistico, accentuato nella casa angioina dalla presenza di San Ludovico, fratello di Roberto, vescovo di Tolosa, canonizzato nel 1317. Le forme semplici ed essenziali e le pietre del territorio campano, tufo e piperno, aderirono appieno alle intenzioni dei sovrani. Già però nella costruzione del Coro, la maggiore adesione di Pietro de Vito alle architetture gotiche provenzali, con le raffinate volte a crociera e le aperture ogivali, rivela la volontà di rendere la chiesa il Pantheon della dinastia d’Angiò. Il transetto s’affollò ben presto di splendide tombe a baldacchino, sfoltite dalla rovina dei secoli e dalle bombe dell’ultima guerra mondiale.Uguale destino subirono le dieci cappelle laterali, a destra e a sinistra, abbellite nei tempi del rinascimento e del barocco, da decorazioni sontuose, che avevano sostituito l’ingenuo misticismo degli affreschi giotteschi.Molti resti delle opere distrutte sono conservati nell’esaustivo Museo dell’Opera.Il Campanile, lontano dalla fabbrica, ma incluso nel recinto della cittadella, rivela il basamento trecentesco, con le scritte gotiche narranti le prime vicende della chiesa; i due ordini superiori furono costruiti in epoca rinascimentale.Il Chiostro, progettato nel 1740 da Domenico Antonio Vaccaro, è il capolavoro dei “riggiolari” napoletani, Giuseppe e Donato Massa, che nell’interpretare il raffinato gusto rococo dell’architetto, seppero produrre, in un armonico equilibrio di colori e immagini, la fusione perfetta tra tecnica, luce e vegetazione.