S.M.S. Salvatore Di Giacomo
Località: Via Vesuvio - Rione Ascarelli
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Monumento adottato
Lago d'Averno
Studenti
721
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
50
Insegnanti
100
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
4
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Italiano, storia, geografia, educazione musicale, scienze, storia dell'arte
S.M.S. Salvatore Di Giacomo

Motivo dell'adozione

Dovendo sensibilizzare gli allievi circa le motivazioni all’adozione, è stato loro sottoposto un questionario sul significato del termine adozione. Le risposte sono state ampiamente discusse e si è giunti alla unanime conclusione che un’adozione si rende necessaria quando una persona fisica o una bestiola sono abbandonati, maltrattati o trascurati. Gli alunni sono stati quindi invitati a riflettere se un’analoga necessità possa essere riconosciuta anche per monumenti e/o ambienti in particolari condizioni di degrado e di abbandono. Tutti hanno sottolineato che non solo è possibile, ma necessario. Ottenuta così la motivazione didattica per avviare un adeguato percorso metodologico, ripercorrendo l’itinerario logico-creativo che ha spinto i loro insegnanti all’adozione, i ragazzi hanno preso coscienza dell’impegno culturale e sociale che dovranno affrontare e del lavoro che li attende.

Descrizione del Monumento

Il lago si sviluppa all’interno di un cratere vulcanico nato circa 4000 anni fa da una violenta eruzione a carattere esplosivo. E’ posto tra i rilievi del Monte Nuovo a sud-est e del Monte Grillo a nord-ovest ed è separato dal vicino lago di Lucrino dallo sperone tufaceo di Monte delle Ginestre. Poco del suo attuale aspetto ricorda il luogo che presso gli antichi era ritenuto la porta di accesso agli Inferi: profonde trasformazioni, infatti, sono state operate per mano dell’uomo e della natura. Eventi sismici e bradisismici hanno modificato la zona: in particolare va menzionata l’eruzione del Monte Nuovo (1538) in seguito alla quale la superficie del lago si è notevolmente ridotta. Qui si riteneva che vivessero i giganti imprigionati nelle viscere della terra. Qui i colonizzatori greci riconobbero uno dei luoghi della geografia omerica per ambientarvi uno degli episodi più noti delle avventure di Ulisse: l’Averno divenne il paese dei Cimmeri, il popolo che viveva nelle caverne, lontano dalla luce del sole, all’imbocco degli Inferi. Presso di loro era giunto Ulisse per evocare le ombre dei morti ed interrogare l’anima dell’indovino Tiresia sul proprio destino. E qui Virgilio fa approdare Enea, eroe troiano alla ricerca di una nuova patria e del responso della Sibilla. Un luogo pregno di storia dunque, ma anche di tesori in stato di pericoloso abbandono: il Tempio di Apollo, ritenuto legato in qualche modo al culto della Sibilla, ma ormai acquisito come testimonianza di attività termali; il Navale di Agrippa, di cui restano solo poche tracce (il resto è stato cancellato dalla potenza distruttrice della natura ma anche dell’uomo, che sulle sue rovine ha costruito un ristorante); la Grotta della Sibilla che, insieme a quella scavata da Cocceio, forniva ai romani una preziosa via di accesso al mare.

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