S.M.S. Russo II
Motivo dell'adozione
il palazzo è stato scelto come esempio di villa settecentesca tipica della zona dei casali ad occidente di Napoli, sia come esempio dello scempio prodotto dall’abusivismo edilizio che non ha risparmiato né le bellezze naturali dei luoghi, né le strutture originarie dei monumenti. Tale adozione, mediante la ricerca delle antiche radici culturali, che urbanisticamente si esprimevano nella realizzazione di ville rustiche, ha avuto lo scopo di rimuovere l’idea di Pianura come “quartiere dormitorio”, privo di memoria storica. Rivalutando il passato storico del quartiere e la sua conoscenza, ci si è proposti di suscitare nei giovani del luogo il senso di appartenenza a una comunità che molti hanno perduto a causa dei disorganici spostamenti nell’ambito del tessuto cittadino.
Descrizione del Monumento
verso l’anno 1678, il barone Francesco Antonio Grassi acquistò il territorio di Pianura, facendovi edificare un casale dalle possenti mura perimetrali in tufo giallo e dal severo portale in grigio piperno. L’attuale aspetto del palazzo è totalmente diverso da quello originario, a causa della sopraelevazione di un piano che, tra l’altro, ha fatto crollare lo stemma gentilizio, in marmo, dei Grassi. Sono invece intatti il portale in piperno, il portone in legno, l’atrio (dove resiste lo stemma della famiglia dipinto sulla volta) e l’attigua cappella. Nel cortile interno si trovano due cenotàfi (monumenti funebri) con iscrizioni in latino, risalenti ad epoca romana, dovuti forse alla passione per l’archeologia di Francesco Enrico Grassi che nel 1722 arricchì gli ambienti del palazzo di reperti archeologici.
