S.M.S. Andrea Torre
Località: Via Campana, 8
Contatti: tel e fax 0974/41.48

Monumento adottato
Chiesa di San Nicola allo Spio, Chiesa di San Pantaleone
Studenti
402
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
79
Insegnanti
50
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
3
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Tutte
S.M.S. Andrea Torre

Motivo dell'adozione

Il Progetto “la Scuola adotta un Monumento” ha visto coinvolti gli alunni della Scuola Media “Andrea Torre” di Vallo della Lucania, i quali coadiuvati dai Docenti referenti – Proff. Lucia Spada, Giuseppina Nardi, Angelo Russo-, attraverso il sistema della ricerca-azione, corredato da documentazione fotografica, hanno prodotto 3 CD-Rom sulla Chiesa di San Nicola e sulla Cattedrale di San Pantaleone.I Docenti hanno ritenuto essenziale motivare gli alunni ponendoli in rapporto diretto con “lavori sul campo”, che sono divenuti terreno di osservazione, di ricerca problematica, di esperienze, di emozioni difficilmente riproducibili nel chiuso delle aule scolastiche.Dalla conoscenza della storia, dell’arte, delle epigrafi e di documenti studiati nell’Archivio comunale, i giovani sono giunti gradualmente alla conquista della consapevolezza delle proprie radici e all’esigenza della salvaguardia del patrimonio storico-artistico di una zona che ricade nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Descrizione del Monumento

La Chiesa di San Nicola alla Pagliara del rione Spio probabilmente fu edificata nel XVI secolo, dato che, secondo lo storico locale Maiese, “nel 1596 certamente esisteva. Mons. Carafa nel 1645 accontentò gli Spiesi erigendo a nuova parrocchia la Chiesa di San Nicola, come apparisce dalla S.Visita di quell’anno”. Il 27 aprile 1691 D. Matteo Lanzullo, vicario di Mons. De Pace visitò la chiesa di San Nicola allo Spio e rilevò un solo altare, ”competenter ornatum” con la statua di San Nicola, il calice con la patena, due porte, con due chiavi custodite da D. Camillo Perrelli, il confessionale e la campanella.Inizialmente la chiesa era molto piccola e fu successivamente ampliata con il contributo dei fedeli, che tuttora venerano il Santo per i miracoli che gli si attribuiscono e lo onorano con solenni festeggiamenti il 6 dicembre di ogni anno. Particolarmente importante nel Rione, dove sorge la chiesa, è oggi l’impegno che i giovani dello Spio hanno nella cura della chiesa e della statua del Santo e nell’organizzazione della festa, una delle poche ancora di sapore schiettamente popolare.Nella chiesa, ai lati della porta d’ingresso, due piccole acquasantiere a muro, di marmo. Nelle nicchie, a sinistra una statuetta di Santa Lucia e in una piccola cappella, dove è posto il confessionale, Santa Rita inginocchiata con un angelo alle spalle; a sinistra S. Antonio Abate con il tradizionale porcellino. L’Altare è di marmi policromi, ai suoi lati due statue: l’una di Gesù Risorto, l’altra del Cuor di Gesù. La statua di San Nicola in origine era di legno, di foggia bizantina, sostituita, nel 1929 secondo una testimonianza orale, da quella attuale di cartapesta su una struttura di abete; il Santo, imponente nelle vesti vescovili, è rappresentato con i bambini a ricordo del miracolo che gli si attribuisce. Sul Soffitto un’immagine di San Nicola con i bambini è stata dipinta dal pittore locale Vito Formisano.L’antica Chiesa di San Pantaleone risale sicuramente al X o XI secolo, quando diffusissimo era nel Cilento e in tutta la provincia di Salerno il culto del Santo medico e martire, nato a Nicomedia e decapitato per ordine dell’imperatore il 27 luglio del 305.Lo storico locale Maiese riporta le probabili misure della chiesa: “ come può vedersi dalle fondamenta che ancora sussistono a fiore di terra”: 13 metri di lunghezza e 7,50 di larghezza, misure che indicano l’esiguità della costruzione. La chiesa, come risulta da un inventario dei beni del 1511, possedeva 30 tra vigne, oliveti, castagneti, querceti, seminativi, vari canoni e censi, ciò dimostra che la chiesa era già molto antica. Nell’inventario si fa riferimento anche ad alcuni libri scritti in lettere greche, testimonianza che all’inizio la chiesa era officiata da preti greci e della probabile diffusione del culto di San Pantaleone ad opera dei padri basiliani che risiedevano nella Badia di Sancta Maria de Pactano greco-bizantina, che dista appena qualche chilometro .Gli inizi del 700, dal momento che la vecchia chiesa era in precarie condizioni di stabilità e la popolazione era molto accresciuta., si progettò di costruirne una nuova. La costruzione ebbe inizio nel 1728, per l’esiguità dell’area non si poterono edificare tre navate, come era nelle intenzioni del Clero e dell’Università; furono raccolte offerte da tutta la popolazione e nel 1752 la chiesa era finita. Nel 1784 vi si sistemò un importante organo costruito dall’organaro vallese Silverio Carelli.Nel 1793 si pose in opera l’altare maggiore di preziosi marmi policromi “cura d.no Eugenii Pinto et Bernardi Passerella”.La pila dell’acqua santa fu trasportata dall’antica chiesa, che nel 1802 con una delibera del Parlamento di Vallo fu abbattuta.Dopo la seconda guerra mondiale, mons. Domenico Savarese fece costruire il nuovo battistero e restaurare e rivestire di maioliche la cupola, a somiglianza di quelle della costiera amalfitana. Nella chiesa oggi, a destra della porta principale, una Crocifissione del 1500: Cristo, con i capelli lunghi, la barba corta e un panno leggero che gli copre i fianchi, sulla croce. Alla sua destra a terra la Madonna con una mano sul petto, dall’altra parte S. Giovanni evangelista. Sullo stesso lato si susseguono gli Altari della Madonna Addolorata, di S. Aniello e dell’Immacolata; a sinistra gli altari di S. Michele Arcangelo, di S. Antonio di Padova, l’antico altare di S. Pantaleono del 1706, oggi con la statua del Cuor di Gesù.Alla fine della navata, sopra i confessionali sono poste due tele, l’una della Maddalena con Gesù, copia di una tela famosa, con firma illeggibile del pittore, l’altra, di fronte, della Consegna delle chiavi. Ai lati del quadro della Maddalena due tele ovali raffigurano San Filippo Neri e San Francesco Saverio; ai lati della “Consegna delle chiavi” due cartoni preparatori di quadri dei quali però non c’è traccia, raffigurano San Giuseppe e S. Rocco: sono opera del 1746 del pittore vallese Andrea de Hippolitis. Di fronte il quadro “ La Madonna e i Santi” non presenta firma leggibile: le figure appaiono dipinte da “mani” diverse.Nella Cappella del Rosario sul lato destro, una tela del 1787 del pittore D. Lettieri raffigura La Vergine del Carmelo tra San Carlo Borromeo e la Maddalena. Al centro della Cappella un Trono in legno, magnificamente lavorato da Antonio Troccoli, artista locale nel 1908. Nella Sala del Capitolo Cattedrale si può ammirare un Crocifisso e un “Capitolarium” che porta la firma di un altro artista vallese: Flos Ametranus.Nell’altra Cappella si conserva la Statua di San Pantaleone che fu fatta rivestire d’argento dal sac. don Nunziato Jannotti nel 1831.

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