S.M.S. A. Novaro
Località: Via Risorgimento
Contatti: tel. e fax 081 44.09.53
E-mail: namm070008@istruzione.it

Monumento adottato
Castel Sant'Elmo
Studenti
400
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
70
Insegnanti
37
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
4
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
lettere, educazione artistica
S.M.S. A. Novaro

Motivo dell'adozione

Quando abbiamo esaminato la proposta di adottare un monumento, abbiamo pensato immediatamente ed istintivamente a quello a noi più caro e familiare: la reggia di Capodimonte e il suo bosco. Ma siamo arrivati tardi. Altre scuole si erano già prenotate per adottare il “nostro” monumento. Dovendo scegliere tra quelli ancora “orfani”, abbiamo optato per Castel Sant’Elmo. E’ stato il suo fascino a conquistarci. Un’autentica fortezza con bastioni, fossati, ponte levatoio e segrete: il mondo dell’avventura a portata di mano! Un altro elemento che ci ha colpito, e che ci ha fatto decidere definitivamente, è che dal castello si gode una bellissima vista della reggia e del bosco di Capodimonte. Ci è parso di leggere un legame ideale tra il monumento adottato e quello del nostro quartiere.

Descrizione del Monumento

Il castello sorge sulla cima del colle anticamente chiamato Paturcium, nel luogo dove, nel X secolo, sorgeva una chiesa dedicata a Sant’Erasmo (da cui Eramo, Ermo e poi Elmo). Il castello vede la sua origine nel 1275 durante il regno di Carlo I d’Angiò. Roberto d’Angiò lo ampliò nel 1329. Il rifacimento più interessante – avviato dopo l’assedio delle truppe francesi del generale Lautrec e motivato dalla importanza strategica della fortificazione- è del 1538 ed è opera dell’architetto spagnolo Pedro Luis Escrivà di Valenza, che lavorò alla ristrutturazione su incarico di Pedro de Toledo. La pianta, scavata nella roccia, ha una forma stellare a sei punte, senza torrioni ma con bastioni e fossati su tutti i lati, tranne quello esposto a sud. Al posto dei torrioni furono sistemate enormi cannoniere. Nel 1587 un fulmine caduto nella polveriera fece saltare in aria buona parte della fortezza, la chiesa e la casa del castellano. Il castello aveva anche una funzione di controllo del territorio, collegato com’era ai Quartieri Spagnoli, che si estendono ai suoi piedi, e al Palazzo Reale. Questo ruolo si evidenziò in modo particolare durante i moti di Masaniello, quando le truppe spagnole bombardarono la città. Durante i moti del 1799 fu occupato dai repubblicani, che il 23 gennaio vi innalzarono la bandiera della Repubblica Partenopea.

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