S.M.S. A. Casanova
Motivo dell'adozione
Solo duecento metri in linea d’aria separano la nostra scuola dalla Basilica di San Lorenzo Maggiore. Ma non è solo per la vicinanza o perché si tratta di un monumento fondamentale per la storia e l’arte della città che abbiamo deciso di adottarlo. Lo abbiamo fatto perché è un monumento a noi familiare. Molti vi hanno frequentato o vi frequentano il catechismo, giocano di pomeriggio davanti al sagrato, si divertono a intrufolarsi, insieme ai visitatori, nella città sotterranea di epoca greco-romana. Tutto sotto l’occhio vigile dei custodi o dei padri francescani Giacomo, Rocco e Francesco, che ci conoscono bene.
Descrizione del Monumento
Se iniziamo la visita dal sottosuolo, si prova una sensazione fantastica. Illuminato a giorno da potenti lampade, ammiriamo uno scenario straordinario: strade romane lastricate, fontane, edifici pubblici, botteghe di fornai e criptoportici si offrono alla vista, avvolti da un’atmosfera irreale che ci riporta a quando i napoletani, di origine greca, coltivavano l’arte e combattevano contro Pirro e Annibale. Fu tra queste strade che si consumò la strage operata da Silla per punire i napoletani di aver appoggiato Mario. La basilica di San Lorenzo Maggiore, uno degli esempi più interessanti di stratificazione artistica, sorge su una struttura medievale e in luogo di una basilica paleocristiana. I lavori di costruzione della chiesa, edificata per volere di Carlo d’Angiò, cominciarono all’incirca nel 1270 e si conclusero nella prima metà del secolo successivo. Molti gli avvenimenti che hanno avuto come scenario le mura del complesso: qui pregò il Petrarca, nella terribile notte della tempesta del 25 novembre 1343; qui il Boccaccio incontrò Maria d’Aquino, immortalata poi col nome di Fiammetta; qui Alfonso d’Aragona volle perpetuare il ricordo del trionfo sugli Angioini, facendo sospendere sulla porta d’ingresso il carro dorato offertogli dai napoletani per il solenne ingresso in città; qui Carlo V Imperatore promulgò i privilegi per Napoli; qui si radunarono i napoletani il 25 maggio 1547 per resistere al vicerè Pedro de Toledo che voleva introdurre l’Inquisizione di Spagna; qui Masaniello il 9 luglio 1647 raccoglieva il popolo e ordinava l’assalto al Campanile e all’armeria della città.