S.M.S. A. Artiaco - Quasimodo
Motivo dell'adozione
Tra le testimonianze archeologiche di cui è ricca la zona in cui si trova la nostra scuola, le necropoli di via Celle e di San Vito hanno attratto particolarmente la nostra curiosità, stimolando in noi il desiderio di approfondirne la conoscenza. La scelta è stata suggerita dal desiderio di far conoscere ad un pubblico più vasto questa testimonianza archeologica e dalla volontà di contribuire a migliorare lo stato dei luoghi, che versano attualmente in una condizione di completo abbandono e degrado.
Descrizione del Monumento
La necropoli di via Celle è situata, per chi proviene da Pozzuoli, fuori dal centro abitato. Poco dopo il quadrivio dell’Annunziata si imbocca la via Celle. Qui, appena dopo il ponte delle FF.SS., si può ammirare la parte più interessante della necropoli. Poco più avanti esiste ancora un tratto di strada consolare (con l’antica pavimentazione) che conduce alla necropoli di San Vito, nell’omonima zona. La maggiore parte delle tombe è costituita da ipogei, ovvero camere sepolcrali scavate nel sottosuolo, con una o più file di “colombari” (piccole nicchie semicircolari alle pareti). Le tombe, che risalgono al I e II secolo d.C., erano di proprietà dei Collegia Funeraticia, vale a dire associazioni di persone che esercitavano la medesima attività e che avevano, tra gli altri scopi, quello di assicurare un funerale dignitoso ai propri adepti. Tra i ruderi del complesso risaltano in modo particolare quattro mausolei. La presenza di pozzi, cisterne e condotte per il deflusso delle acque sta ad indicare l’uso abitativo degli altri ambienti che compongono il complesso. Si tratta probabilmente, oltre che di abitazioni e di sale riunioni per i Collegia, anche di tabernae e deversoria, per il ristoro e la sosta dei viaggiatori. Nel corso dei secoli le necropoli hanno subito profonde trasformazioni. Le prime modifiche furono introdotte dai cristiani per adattare gli ambienti alle diverse esigenze di culto. In seguito, i contadini del posto le hanno trasformate in stalle e cantine. Ulteriori manomissioni sono state operate dai ‘tombaroli’.