Liceo Scientifico P. Frisi
Motivo dell'adozione
Scelto quale memoria storica della città di Monza conosciuta nel mondo anche per il suo circuito; quale esempio, unico nel suo genere, di archeologia dello sport; quale traccia/percorso all’interno dello splendido parco di Monza; quale memoria affettiva e partecipazione emotiva di generazioni che hanno amato e frequentato questi luoghi; quale simbolo di capacità costruttiva ingegneristica legata alla scienza delle costruzioni e alle leggi della fisica.
Descrizione del Monumento
Nel gennaio del 1922 l’Automobile Club di Milano, in occasione dei festeggiamenti per il 25° anniversario, aveva stabilito di realizzare una pista motoristica fissa fortemente caldeggiata anche dalle Case costruttrici italiane che vedevano nell’impianto la possibilità di effettuare prove tecniche e di velocità in vista dello sviluppo dell’automobile. Venne individuata l’area ottimale per la realizzazione del circuito nel settore settentrionale del Parco di Monza. Il 28 luglio 1922 fu possibile percorrere per la prima volta la pista di Monza e il 3 settembre fu organizzata l’inaugurazione ufficiale; il 10 settembre dello stesso anno si svolse il 2° Gran Premio d’Italia. Il circuito consentì nel giro di pochi anni uno straordinario sviluppo delle prestazioni di auto e moto che raggiunsero le allora strabilianti velocità di oltre 200 chilometri orari, con i grandi protagonisti della storia dell’automobilismo di tutti i tempi. Gli anni della seconda guerra segnarono profondamente la realtà sia del Parco, spogliato del suo patrimonio arboreo per le necessità militari e civili, che dell’Autodromo: le attività sportive furono sospese e le strutture dell’impianto destinate a usi disparati, da archivio a rifugio per gli sfollati, da recinto per gli animali dello zoo di Milano a sede per parate di mezzi corazzati, con i conseguenti immaginabili danni. Gli anni del dopoguerra hanno segnato una veloce rinascita del circuito e delle strutture collaterali così da consentire nel ’48 la ripresa delle attività sportive. Negli anni Cinquanta la pista tornò ad avere l’anello di alta velocità in cemento armato con le due grandi curve sopraelevate che raggiungono nella parte superiore una pendenza dell’80%, capolavoro di tecnica ingegneristica, oggi non più utilizzate ma testimoni di una stagione ricca di novità tecnologiche.