Liceo Scientifico G. Galilei
Località: Corso Umberto, 106
Contatti: tel. e fax 081 714.58.86
E-mail: naps040001@istruzione.it

Monumento adottato
Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova
Studenti
650
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
50
Insegnanti
55
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
4
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Letterario, linguistico, storico-artistico tecnico, educazione civica
Liceo Scientifico G. Galilei

Motivo dell'adozione

Le ragioni che ci hanno condotto ad adottare il Complesso di Santa Maria La Nova sono due. In primo luogo, l’ubicazione del monumento in una zona del centro storico da noi poco frequentata ha costituito uno stimolo a prendere contatto con una realtà storica e artistica conosciuta superficialmente. In secondo luogo, la chiesa è uno dei rari esempi di arte rinascimentale a Napoli ed in quanto tale ha rappresentato un oggetto di studio di particolare interesse. Inoltre, all’epoca dell’adozione, la chiesa era da tempo chiusa al pubblico per lavori di restauro ed era nostro desiderio stimolarne, con la nostra azione, una rapida riapertura.

Descrizione del Monumento

Il monastero, in cui oggi ha sede la chiesa di Santa Maria La Nova, viene fondato dall’Ordine Francescano negli anni Trenta del XIII secolo. Originariamente il monastero occupava l’area dove sarebbe poi sorto Castelnuovo ed era aggregato alla chiesa di Santa Maria ad Palatium, Quando nel 1268, sotto il regno di Carlo d’Angiò, si decise la costruzione della residenza reale (nell’area occupata dal complesso monastico), il sovrano offrì ai francescani, in cambio del loro convento, un gruppo di edifici e suoli all’interno della cinta muraria, dove costruire la chiesa detta, appunto, “la nova”. L’edifico di impianto angioino è stato completamente distrutto nel 1596 per dare vita all’attuale struttura, progettata da Giovan Cola di Franco. A croce latina, con unica navata a cappelle laterali, la chiesa si segnala, in particolare, per l’elegante facciata in stile rinascimentale ed il magnifico soffitto in legno dorato, con una complessa simbologia mariana, rappresentata da circa cinquanta tele, eseguite tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento (che anticipano alcune tendenze che saranno poi sviluppate dalla pittura barocca) da Francesco Curia, Gerolamo Imparato, Fabrizio Santafede, Belisario Corenzio. Durante il vicereame, la chiesa fu frequentata dall’aristocrazia napoletana. Di questa assidua frequentazione resta oggi traccia, tra l’altro, nella cappella-chiesa di San Giacomo della Marca, raro esempio di stile fiorentino rinascimentale a Napoli, ristrutturata nel Seicento da Cosimo Fanzago. Attualmente, la parte del monastero che affaccia su un secondo e più grande chiostro seicentesco ospita uffici dell’Amministrazione Provinciale.

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