I.T.C. Enrico De Nicola
Località: Largo Donnaregina, 24
Contatti: tel.081 560.77.50 - fax 081 560.81.93
E-mail: natd24000e@istruzione.it

Monumento adottato
Certosa e Museo Nazionale di San Martino
Studenti
1.200
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
40
Insegnanti
104
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
6
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Letterario, storico, plurilinguistico
I.T.C. Enrico De Nicola

Motivo dell'adozione

Per una scuola come la nostra, in cui non è previsto l’insegnamento della storia dell’arte, aderire all’iniziativa La scuola adotta un monumento e scegliere un monumento complesso come la Certosa di San Martino poteva sembrare un impegno superiore alle nostre forze e forse destinato a fallire. All’inizio c’era molto entusiasmo e motivazioni confuse. Infine, tutto si è chiarito discutendone con gli insegnanti e con il direttore del complesso monumentale. Abbiamo raccolto l’invito a conoscere la nostra città, a non interessarci solo a quanto è volgare apparenza e consumismo, ad imparare a dedicare una parte del nostro tempo alla scoperta dei tesori della città, in modo da potere trasmettere un patrimonio di conoscenze e di valori che potranno risolvere i problemi della città. Contro la superficialità e l’indifferenza che hanno portato al degrado lento e inesorabile di molti tesori della nostra città, ci siamo sentiti corresponsabili di un patrimonio che ci appartiene e va tutelato anche con lo spirito di servizio dei cittadini.

Descrizione del Monumento

La costruzione della Certosa viene avviata da Tino da Camaino e Francesco de Vivo. Il complesso, dedicato a San Martino, vescovo di Tours, venne inaugurato nel 1368, sotto il regno della regina Giovanna I. Nella seconda metà del XVI secolo, sotto l’influsso della Controriforma, fu ingrandito e ammodernato. Vi impressero un segno deciso prima Giovanni Antonio Dosio e poi Cosimo Fanzago. I rapporti tra gli artisti chiamati a lavorare alla Certosa sfociarono in qualche caso in una vera e propria rivalità, come accadde tra Giuseppe Ribera e Massimo Stanzione. Entrambi ebbero l’incarico di dipingere una Pietà. Il Ribera, quando vide il quadro dipinto dal rivale, consigliò i monaci di lavarlo perché alquanto macchiato; egli stesso preparò un’acqua corrosiva a bella posta: il quadro si oscurò e ne sparirono i tratti più delicati. Stanzione non volle più ritoccarlo per lasciare così un eterno ricordo della malignità di Ribera. Ma l’opera, benché annerita, era bellissima e lo è tuttora. Il Ribera riuscì poi a superare lo Stanzione, quando i certosini commissionarono ad entrambi una Deposizione di Nostra Signora della Croce per lo stupendo altarino, adorno di pietre preziose, della Stanza del Tesoro. Il Ribera pose tutto il suo ingegno in questo lavoro per renderlo degno dell’universale ammirazione e vinse la gara.

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