I.S.d'Arte San Leucio
Motivo dell'adozione
II Belvedere di San Leucio è stato adottato dal nostro Istituto già da quattro anni. Posto a 1 Km dalla nostra scuola ne è stato, prima dei restauri effettuati negli ultimi anni, anche la sede. L’Istituto Statale d’Arte “San Leucio” nasce, nel 1962, con l’intento di formare le giovani generazioni alla cultura e alla tradizione artigianale di una delle realtà economiche più qualificate della nostra terra, la produzione delle preziose Sete di San Leucio, la cui tradizione si perde nei secoli e che ha avuto il pregio di diventare il nucleo fondante della grande utopia illuministica di Carolina e Ferdinando di Borbone che nel borgo settecentesco fondarono la cittadella della seta, ispirata ai più avanzati principi della cultura illuministica e che ebbe tragica fine con la Rivoluzione Napoletana del 1799. Per il nostro Istituto, dunque, adottare il Belvedere di San Leucio è stato non solo una scelta naturale ma anche, come dire, “obbligata”. In quattro anni sono stati studiati gli aspetti architettonici, storici e, più in generale, culturali del real sito borbonico ma anche la storia dell’abbigliamento della gente del borgo leuciano. Così, nei laboratori della scuola, sono stati realizzati i plastici dell’edificio e della filanda; sono state studiati e riprodotti i tessuti disegnati e realizzati nelle seterie reali; sono stati realizzati gli abiti, da quelli popolari a quelli nobiliari, della gente che, a fine Settecento, popolava San Leucio. 1 lavori realizzati in questi quattro anni sono attualmente in mostra, come elementi del Museo interno del Belvedere, e costituiscono un vanto per la scuola e per la città. Hanno affiancato il lavoro di studio, progettazione e realizzazione, le attività di formazione che studentesse e studenti hanno effettuato per trasformarsi in guide turistiche e accompagnare gli innumerevoli visitatori nel loro percorso di visita al Belvedere.
Descrizione del Monumento
Il Real Sito del Belvedere di San Leucio è composto dai due quartieri delle case operaie, quartiere San Carlo e quartiere San Ferdinando, e dal complesso del Belvedere che ospitava la dimora dei reali e gli opifici. Nel 1773, la regina Maria Carolina d’Austria e re Ferdinando IV di Borbone diedero l’incarico all’architetto Francesco Collecini di restaurare l’antico Belvedere, un tempo residenza dei conti di Acquaviva, signori di Caserta, con l’intento di trasformare l’intero Complesso in Opificio della Seta. Questa struttura è articolata intorno a due grandi cortili; gli ambienti di maggior interesse . sono la Cappella di San Ferdinando Re, originariamente salone delle feste dei principi Acquaviva, il Bagno della regina Maria Carolina, l’appartamento dei reali e quindi la filanda e la cuculliera. Le macchine usate per il ciclo completo della lavorazione della seta erano azionate da complessi macchinari, posti nei sotterranei, tramite ruote dentate, mosse dalla forza motrice dell’acqua, proveniente dall’acquedotto carolino.