I.P.S. Agricoltura e Ambiente
Motivo dell'adozione
Un giardino pubblico potrebbe sembrare un monumento atipico da inserire nell’iniziativa ‘La scuola adotta un monumento’, ma ciò non è, considerando che la Villa Comunale di Salerno è un Giardino Storico vincolato e protetto, secondo le leggi dello Stato, come un qualsiasi monumento di arte e cultura.Quale scuola avrebbe dovuto adottare un ‘giardino’, se non un Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente?Motivo dell’adozione è il diffondere la cultura del verde, stimolare gli allievi ad approfondire tematiche relative al recupero ed alla cura del verde.Le funzioni svolte dagli spazi verdi sono molteplici, ma dipendono generalmente dalla loro collocazione nell’area urbana e dalla loro particolare relazione con lo spazio costruito.L’iniziativa permetterà, così, ai giovani di avvicinarsi al patrimonio artistico-ambientale della città con senso di responsabilità e soprattutto con spirito di ricerca, coadiuvando in modo efficace la scuola nel delicato compito di formare lo studente e il cittadino. La vegetazione in ambiente urbano è sempre più considerata come elemento insostituibile del tessuto cittadino, non solo per le salutari funzioni da essa svolte a vantaggio degli altri esseri viventi, ma anche perché rappresenta una componente architettonica di primaria importanza che si inserisce nel contesto della città accanto ai fabbricati, ai monumenti, alle strade, ai manufatti di varia natura
Descrizione del Monumento
Nel 1752 l’Amministrazione Civica di Salerno acquistò il terreno ed il convento di S. Teresa dai Padri Teresiani Scalzi. Il primo progetto del 1817 prevedeva di colmare la campagna e portarla a livello dell’Annunziata rispettando gli alberi esistenti. Con il secondo progetto del 1833, la Villa avrebbe dovuto occupare anche il suolo dove oggi si trova il Teatro Verdi.Solo alcuni decenni dopo, con l’Unità d’Italia, si impiantò la Villa, per volere del primo sindaco di Salerno, Matteo Luciani, tra il 1874 e il 1875. Il successivo sindaco, Giacomino Mattia, fece recintare la Villa con fili di ferro fissi a colonnetta di pietra, che furono chiamati dal popolino ‘i pungiglioni di don Giacomino’. Con l’Amministrazione Cavaliero furono iniziati i lavori di sistemazione della spiaggia e fu riempito un tratto del litorale fino a la Carnale, in questo modo la Villa arretrò rispetto alla spiaggia.Negli anni 20, furono costruiti i palazzi Natella ed Edilizia e poi, negli anni 40, il palazzo del Littorio, attuale Prefettura, che sottrassero spazio ai giardini.In questi anni fu realizzato il Lungomare che avrebbe separato per sempre i giardini dal mare.Già dal 1875 i ‘giardini’ si prestarono a diversi utilizzi: dai concerti all’aperto agli spettacoli teatrali. Essa si prestava anche a degli usi impropri, come la funzione della prima comunione impartita ad oltre duemila bambini, nel 1925, o la festa per la proclamazione di Miss Golfo, nel 1924. A partire dagli anni Sessanta l’asfaltatura dei vialetti, i materiali moderni a sostituzione di quelli originari, una manutenzione poco attenta e un diffuso vandalismo, hanno deteriorato la Villa. In un clima di rigenerazione urbana, il restauro conservativo degli storici giardini della Villa Comunale, progettato nel 1993 e realizzato nel 1997, ha ridato vita all’area, ricostituendo una collezione botanica, ridefinendo percorsi, recuperando prospettive e riproponendo gli arredi originari.