Carlo Collodi
Motivo dell'adozione
Questo progetto è stato finalizzato a sensibilizzare l’alunno verso i tesori naturali, archeologici e storici appartenenti e caratterizzanti il proprio territorio; a curare e rispettare questi beni per rivalutare il quartiere “Bagnoli – Cavalleggeri” e renderlo zona “vivibile” della città.
Descrizione del Monumento
Da greco Nesys che significa piccola isola, in seguito modificato nel periodo medievale in Zippium o Gipeum (nome che compare per la prima volta nel 1128 in un documento attestante il patto di non aggressione tra Sergio, Duca di Napoli, e la città di Gaeta), il termine Nisida verrà finalmente ripristinato nel XV sec. dagli umanisti per amore dell’antichità, come riportano i documenti dell’Archivio storico Diocesano di Napoli.Sotto i Piccolomini (Duchi di Amalfi), nei 30 anni tra il 1558 e il 1588, l’isola raggiunse un certo splendore e divenne luogo residenziale. In seguito, quando Nisida passò al demanio (Regno di Napoli), molte delle sue costruzioni, anche nobili, tra cui il castello dei Piccolomini, costituirono l’ossatura di quello che sarà l’attuale carcere minorile.Nisida è un’isoletta del Golfo di Napoli, a sud-est di Pozzuoli; chiude ad oriente l’arco dei Campi Flegrei e segna perciò l’estremo limite, spinto nel mare, fra due gruppi geologici campani ben distinti quali appunto i Campi Flegrei, ai quali Nisida appartiene con le isole di Ischia, Vivara e Procida, ed il gruppo Somma-Vesuvio che si estende, ad occidente, fino ai piedi delle colline dei Camaldoli e di Posillipo. E’ unita artificialmente alla terraferma per lo scoglio del Lazzaretto (luogo di raccolta degli ammalati di peste o comunque vittime di epidemie). E’ costituita da un cratere vulcanico aperto verso sud-ovest dall’abrasione del mare, che vi formò il porto Paone. Alcune pareti dell’isola presentano segni di erosione marina ad oltre 5 metri sul livello del mare, dimostrando così come gran parte dell’isola si trovasse sommersa prima di un sensibile sollevamento dovuto al bradisismo. Presenta una vegetazione rigogliosa tanto che le antiche fonti latine ne decantavano la bellezza oltre che la bontà di molti ortaggi e la presenza di cinghiali, conigli, serpenti. Nell’800 il mare di Nisida viene considerato come uno dei luoghi migliori del Mediterraneo per la raccolta del corallo. L’antica tradizione la vuole come la terra dei ciclopi come sostiene la tesi di Victor Berard, studioso di Omero.