Bovio, ora I.C. unito alla Colletta
Località: Via Carbonara 31
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E-mail: naee02300q@istruzione.it

Monumento adottato
Real Santa Casa e Chiesa della SS.Annunziata
Studenti
400
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
200
Insegnanti
40
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
30
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
tutte
Bovio, ora I.C. unito alla Colletta

Motivo dell'adozione

L’iniziativa dell’adozione ci ha impegnato in un lavoro pluriennale di ricerca e conoscenza finalizzato alla conservazione di un’immensa ricchezza culturale che la millenaria storia della città ci ha consegnato. Tre le motivazioni che ci hanno spinto a scegliere l’Annunziata: 1) l’iniziativa ‘Scuola in ospedale’, che il Circolo svolge per i piccoli degenti dell’ospedale dell’Annunziata; 2) l’ubicazione del Circolo nel palazzo appartenuto al conte Caracciolo d’Oppido, uno dei grandi benefattori del Complesso a cuilo donò; 3) l’importanza del monumento, una sorta di simbolo dei diritti dell’infanzia: basti pensare che l’istituto della ‘Rota’ ha consentito di salvare migliaia di vite umane. 4) Il complesso, che comprendeva anche un “ospitale” e un brefotrofio, ha per i napoletani un significato particolare: testimonia la magnanimità di sovrani e cittadini verso gli indifesi, i bisognosi, gli ammalati e l’infanzia abbandonata. Con un lavoro sulla “Ruota” abbiamo vinto un primo premio nazionale consegnatoci a Roma dal Ministro della P.I. De Mauro; abbiamo partecipato ad una trasmissione RAI; abbiamo ricevuto premi e lodi dai Sindaci Bassolino e Jervolino.

Descrizione del Monumento

Nel 1318 la Confraternita dei Battenti, col consenso di re Roberto d’Angiò, costruì una chiesa ed un annesso ‘ospitale’ per i poveri, dedicato alla SS. Annunziata. Una sera, i confratelli rinvennero dinanzi la chiesa un neonato con addosso un foglietto recante la scritta ex paupertate proiectus. La cosa si ripeté, e nel 1343, su iniziativa della regina Sancia di Majorca, fu costruita una ‘nuova casa’, successivamente ampliata con la chiesa, l’ospedale, l’ospizio. La Real Santa Casa è nata e si è retta nel tempo con lasciti di sovrani, pontefici, nobili e semplici cittadini. Attraverso la ‘ruota’ venivano accolti in media duemila bambini l’anno. I bambini qui “gettati” godevano di particolari privilegi e venivano chiamati figli della Madonna, figli d’ Nunziata, gettatelli, esposti, da cui il cognome Esposito loro attribuito per secoli. All’immissione venivano registrati con tutto ciò che li accompagnava, quale traccia per un eventuale futuro riconoscimneto; al collo di ciascuno veniva messo un laccetto con un “merco” di piombo (poi una medaglia) recante da un lato l’immagine dell’Annunziata, dall0’altro il numero progressivo d’entrata e la lettera dell’anno. I neonati venivano in genere consegnati a balie esterne per essere allattati ed al rientro nella Casa, se non affidati a famiglie, i maschi venivano indirizzati ad un mestiere, mentre le femmine nella stragrande maggioranza restavano nella Casa e, se si sposavano, avevano diritto alla dote (era uso della Casa che si poteva richiedere in moglie, per voto, una figlia della Madonna col rito del fazzoletto volante).La Ruota dell’Annunziata di Napoli, circondata di particolare fascino e di profondo significato per il nostro popolo, fu la più famosa in Italia e l’ultima ad essere chiusa , il 27 giugno 1875. Con i soldi della S. Casa si curavano ammalati ed incapaci dentro e fuori l’ospedale, si sposavano giovani povere, si soccorrevano bisognosi e carcerati. Per combattere l’usura nel 1539 si iniziò a prestare denaro ai poveri senza interesse; nel 1587 nacque il Banco A.G.P. che fallì nel 1702. Il brefotrofio fu definitivamente chiuso nel 1980 e l’ente disciolto affidato al Comune di Napoli. Della chiesa trecentesca restano la Cappella Mormile e ‘la Madonna dei Repentiti’, scolpita in un solo tronco d’albero. Ricostruita in forme rinascimentali dall’architetto Ferdinando Manlio, era fra le più belle e ricche chiese della città. Numerosi gli artisti che vi hanno lavorato: Belisario Corenzio, Fabrizio Santafede, Luca Giordano, Massimo Stanzione, Cosimo Fanzago. Nel 1757 un incendio la distrusse, lasciando intatti solo tre ambienti: la Cappella Carafa, il Tesoro e la sagrestia, tutti con affreschi di Corenzio. La chiesa fu ricostruita nel 1760 su progetto di Luigi Vanvitelli. Completata dal figlio Carlo con la grandiosa cupola e la facciata ad andamento concavo, fu inaugurata nel 1781. Per i danni subiti dal sisma del 1980 è rimasta chiusa per oltre un decennio. Riaperta nel 1995 e dopo un ulteriore restauro, riaperta definitivamente il 25/3/2002. Si possono ammirare: “Il Crocifisso” di F. Fischetti; “L’Annunziata” di Gidiano a cui il popolo è molto devoto e molte altre opere preziose.

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