Arcoleo
Località: Via A. De Gasperis a Foria, 11
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Monumento adottato
Chiesa di Santa Maria dei Vergini
Studenti
550
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
200
Insegnanti
62
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
4
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Storico, scientifico, artistico, letterario, matematico, studi sociali
Arcoleo

Motivo dell'adozione

La parrocchia di Santa Maria dei Vergini sorge nel quartiere di appartenenza dei nostri alunni. Molti di essi vi seguono il corso biennale di catechismo e vi frequentano l’oratorio. La parrocchia dunque appartiene all’universo esperienziale della platea scolastica di questo circolo. Pertanto la sua adozione ci è parsa quasi obbligata.

Descrizione del Monumento

In epoca greco-romana il borgo dei Vergini, oggi intensamente abitato, era una vallata utilizzata come necropoli. Vi sorgeva anche un tempio dedicato ad Eunosto, dio della temperanza. I suoi seguaci (Eunostidi) erano uomini che vivevano in castità (da qui il nome Vergini). La parrocchia e l’annesso convento sorgono sul sito dove nel 1326 due importanti famiglie della zona eressero una cappella e un ospedale intitolati a Santa Maria del Borgo dei Vergini. Nel 1669 il complesso fu ceduto ai Padri della Missione, che lo ricostruirono completamente. La chiesa, a pianta stellare nel disegno originario, è stata ricostruita nella forma attuale (un’unica navata con cappelle laterali) negli anni Cinquanta del XX secolo dopo i gravi danni subiti durante la seconda guerra mondiale. Moltissimi gli arredi sacri distrutti o trafugati. Tra le opere presenti degne di nota si segnalano l’altare maggiore in marmi policromi, l’acquasantiera e un fonte battesimale, opera napoletana della seconda metà del Settecento. Qui, secondo la tradizione, nel 1639 fu battezzato Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, come risulta dai registri conservati in parrocchia. Alle spalle dell’altare maggiore è la tela della Vergine Immacolata, attribuita al Carignano. Nel 1963, durante i lavori di rifacimento della chiesa, è stata portata alla luce l’originaria cappella trecentesca, di cui restano il muro di fondo con l’abside e parte di una delle due volte.

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