Andrea Doria
Motivo dell'adozione
Occasione della scelta è stata una visita al quartiere Fuorigrotta, dove sorge la nostra scuola. Lungo il percorso abbiamo scoperto l’imboccatura di una grotta: la Crypta Neapolitana. Lo stato di abbandono e la difficoltà di accesso ci hanno indotto ad adottare questo monumento. A seguito della devastazione del parco perpetrata da ignoti nel giugno ’93, abbiamo sensibilizzato le famiglie e l’opinione pubblica al problema, rivolgendo alle autorità competenti una richiesta di immediato restauro. Abbiamo ottenuto ascolto e nel settembre ’93 il parco è stato riaperto. In tale circostanza, abbiamo inferto un simbolico “colpo di piccone” al muro di pietra che chiude l’imboccatura orientale della Crypta.
Descrizione del Monumento
Il Parco Virgiliano è un complesso monumentale di grande interesse archeologico e storico. A lungo proprietà privata, è stato gradualmente acquisito dallo Stato e intorno al 1930, in occasione del bimillenario delle Celebrazioni Virgiliano, è diventato parco. Sistemato secondo l’attuale itinerario per volontà dello studioso Enrico Cocchia, è stato restaurato e riaperto al pubblico nel 1976. All’ingresso del parco troviamo l’edicola fatta apporre dal viceré Pietro d’Aragona nel 1668. Lungo la curva del costone tufaceo, c’è la tomba di Giacomo Leopardi. Il luogo dove attualmente si trova il sepolcro è una profonda cavità tufacea. Il monumento, eseguito dal marmista Costantino Bighncomer su disegno dell’architetto Michele Ruggiero, ha forma di edicola ed è ornato di alcuni fregi (nel basamento sono raffigurati i simboli dello studio, dell’umana sapiente e dell’eternità, rappresentati, rispettivamente, dalla lucerna, dal serpente avvolto in un cerchio, e dalla civetta; in cima alla lapide vi è una farfalla, che è l’anima che ascende in alto, con i seguenti segni: il ramo di lauro come poeta ed il ramo di quercia proprio dei filosofi e di coloro che in qualche modo hanno recato del beneficio all’umanità). Il cippo con l’iscrizione del nome del poeta fu posto nel 1939, dopo che ne furono traslate le spoglie dalla chiesetta suburbana di San Vitale a Fuorigrotta. Lateralmente alla tomba si trovano due lastre di marmo bianco, trasportate per volontà del duce dalla chiesa di S. Vitale al Parco Virgiliano. In occasione del primo Centenario della nascita del poeta, la tomba fu dichiarata monumento nazionale e furono rifatti, su disegno di Nicola Breglia, le facciate e il pronao. La storia ricorda che il poeta morì il 14 giugno 1837, quando a Napoli, per un ordine religioso, venivano gettati alla rinfusa in una fossa comune anche i cadaveri dei non colerosi e distrutti con calce viva. Ma il suo amico Antoio Ranieri poté a stento ottenere la sepoltura del poeta nell’interno della chiesa di S. Vitale a Fuorigrotta, in una tomba, allora vuota, destinata alla sepoltura dei religiosi. Non si sa se nell’attuale tomba ci siano tutti i resti mortali del poeta, ma la tomba è testimonianza di una vita vissuta lontana dal paese natale e di una forte personalità di poeta nazionale.Continuando a salire, sulla destra, dopo un’erta rampa di scalini, si raggiunge il tunnel dell’acquedotto romano e da qui il tumulo di Virgilio. La camera funeraria, con volta a botte, è un classico esempio di tomba romana. All’interno ci sono dieci nicchie destinate ad accogliere le ampolle con le ceneri. Le nicchie sono disposte in questo modo: due nella parete con l’ingresso originario, due nella parete opposta; le altre sei nelle due rimanenti pareti. Da notare nella volta la presenza di tre aperture attraverso le quali filtra la luce: una, piuttosto piccola e di forma rettangolare, è situata poco sopra l’arco dell’ingresso originario, le altre due sono ai lati della volta e presentano un’iclinazione verso l’alto. Al centro del colombario vi è il tripode di bronzo, che contiene le foglie di alloro, simbolo dei poeti. La tomba, interamente realizzata in cemento con le pareti a reticolato, è a pianta quadrata ed è sormontata da un tamburo cilindrico. La parete esterna del sepolcro è ricoperta da pietre di tufo e la volta è ricoperta di cemento. Accanto alla tomba, infine, la Crypta Neapolitana. Costruita in epoca romana da Cocceio, la Crypta collegava Neapolis con Puteoli e la zona flegrea in maniera più rapida di quanto non consentissero le vie per colles fino ad allora praticabili. Nel corso dei secoli molti i tentativi di allargarla e di abbassarne il livello.