Scuola Media
Motivo dell'adozione
Piacevole ed entusiasmante è stata, per gli alunni della classe III sez. B, l’adesione al progetto ‘La scuola adotta un monumento’, in quanto gli alunni, nel triennio, sono stati sempre stimolati e guidati dagli insegnanti, a seguire percorsi formativi finalizzati alla conoscenza del territorio, alla scoperta delle proprie radici storiche, alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale, avvalendosi dei metodi dell’osservazione, della ricerca-azione, del confronto e della documentazione fotografica.In particolare, docenti ed alunni, hanno inteso privilegiare l’adozione della Cattedrale, in quanto essa rappresenta per i frigentini il monumento del quale vanno fieri, non solo per il valore storico – artistico, ma soprattutto perché simbolo dell’antica grandezza di Frigento, una volta sede vescovile, e della sua storia.Inoltre, studiando i reperti e le varie stratigrafie della fabbrica, è stato facile per i ragazzi coniugare storia curricolare e locale per rivivere il passato nel presente.
Descrizione del Monumento
Austera nell’aspetto, sacrale nella funzione, la Cattedrale ‘Santa Maria Assunta in Cielo’ si integra perfettamente nel tessuto architettonico locale. L’evoluzione storica dell’edificio è venuta alla luce durante i lavori di restauro eseguiti dalla Sovrintendenza, per recuperare i danni causati dal sisma del 1980. Le ricerche archeologiche hanno evidenziato strutture di varia epoca, riconosciute in base alla sedimentazione insediativa ed alle stratigrafie della fabbrica. Per la rilevanza della struttura e la posizione dominante, oltre che per la funzione di Chiesa Madre, sede vescovile dal 441 al 1818, l’edificio fu sicuro riferimento urbanistico e sociale, precisamente nel primo periodo dell’età medievale. Da tale epoca si susseguirono numerose calamità sismiche: quella del 1456, del 1668, del 1694, che minarono la struttura dell’edificio, ancor più danneggiata dal violento terremoto ‘della vigilia di S. Andrea’ (29-nov-1732). Nel 1733, nel giardino dell’episcopio, crollato col terremoto del 1634 e non più ripristinato, fu elevato il campanile, che originariamente fiancheggiava la facciata principale. Inoltre il Rogadeo, a sue spese, fece realizzare decorazioni e stucchi all’interno della chiesa, che cominciò ad assumere connotazioni di tipo barocco. I lavori di ripristino di cui sopra, terminarono nel 1771 col vescovo Gioacchino Martinez, che nel 1762 affidò la decorazione della chiesa ad Antonio Vecchione, artista operante nel nolano. Il manufatto, risalente al XVIII secolo, rappresenta l’assunzione della Vergine in Cielo. L’opera, che nell’insieme appare come un unico grande dipinto in cui la Madonna, circondata da figure angeliche, sale verso il cielo, è in realtà composta da tele cucite l’una all’altra longitudinalmente incollate e inchiodate al supporto su tavole di castagno.La Chiesa attuale , che risale alla fine del sec. XVIII, è costituita da un corpo longitudinale di m. 21×30, suddivisa in tre navate con abside semicircolare e cappelle laterali, collegate tra loro da volte a crociera. All’interno della Chiesa domina l’altare maggiore, risalente al XVIII secolo, in marmo policromo; essa presenta motivi ornamentali tipicamente barocchi con capialtare costituiti da putti che recano una cornucopia.Dietro l’altare maggiore si può ammirare il coro ligneo risalente al XVIII secolo e, sulle pareti dell’abside, due splendidi dipinti restituiti all’antico splendore dall’ultimo restauro. Davanti all’altare a sinistra, si trova il trono vescovile in stile barocco; a destra, all’altezza del quinto pilastro, è situato il pulpito a loggetta in legno intagliato ed intarsiato. La navata destra presenta, come la sinistra, simmetricamente cinque cappelle con altari dedicati rispettivamente a S. Gerardo, S. Lucia, alla Madonna di Loreto, a S. Antonio e a S. Pasquale. Per l’estrema semplificazione dei tratti dei volti e degli arti, oltre che per un notevole irrigidimento formale, la maggior parte delle statue dei santi vengono attribuite a botteghe artigiane locali, attive nella prima metà del XVIII secolo.In fondo alla navata sinistra si trova la cappella del SS. Sacramento con altare settecentesco in stile barocco, nicchie laterali e , sullo sfondo, un dipinto ad olio su tela, rappresentante l’Ultima Cena. Il dipinto, creato secondo la tipica iconografia della tradizione napoletana settecentesca, risale al XIX secolo; l’opera è stata attribuita, in base ad una iscrizione posta nella parte inferiore della tela, al pittore Vincenzo De Mita detto ‘il foggiano’.