S.M.S. R. Annecchino
Motivo dell'adozione
Il territorio in cui opera la scuola è un mega quartiere dormitorio “a rischio”, noto alla cronaca per episodi di teppismo e violenza e per l’infiltrazione camorristica. Il quartiere è privo di qualunque struttura che possa favorire nei giovani la maturazione di interessi e valori, lo sviluppo delle capacità affettive e intellettuali. La scuola è impegnata da anni nella ricerca di una strategia didattica ed educativa volta al recupero dell’improduttività, del disadattamento sociale e culturale, della dispersione scolastica, che di anno in anno assume nel quartiere un’incidenza sempre maggiore. Si è dimostrata sempre sensibile alle problematiche sociali, in particolare a quelle giovanili, ed aperta ad ogni sperimentazione che potesse favorire nei giovani la crescita di responsabilità e la voglia di partecipazione. Ci è apparso perciò importante aderire all’iniziativa dell’adozione, riconoscendo in essa la possibilità di creare momenti di integrazione, socializzazione e sviluppo.
Descrizione del Monumento
Poco si conosce della storia della chiesa. Nel 1739 un puteolano di nome Tommaso Adoldo dispose che la sua eredità venisse impiegata in opere di culto dedicate a San Raffaele. Analoga iniziativa venne assunta, più tardi, da altri fedeli puteolani. Nel 1743 il vescovo Nicola de Rosa dispose che la chiesa fosse costruita nel luogo dove sorgeva la cappella intitolata a Santa Caterina Martire, con la motivazione che la zona era molto frequentata. Non si conoscono nè la data di inizio dei lavori né quella della conclusione; da alcuni documenti dell’Archivio Vescovile si può dedurre che la nuova chiesa sia stata ultimata intorno al 1760. La costruzione è ispirata ad uno stile barocco semplice ed armonioso, lontano da ogni fastosità e ridondanza. Conserva dipinti del pittore puteolano Giacinto Diano. E’ stata chiusa al culto, perché pericolante, nel 1977. La chiusura si è poi prolungata a causa del bradisismo. Durante la chiusura, è stata oggetto di numerosi atti vandalici. E’ stata riaperta nel maggio 1994. Molte le decorazioni scultoree trafugate. I dipinti sono attualmente conservati presso il Museo di Capodimonte.