S.M.S. G. Fiorelli
Località: Via G. Pascale, 34
Contatti: tel. e fax 081 764.39.18
E-mail: namm034005@istruzione.it

Monumento adottato
Complesso dell'Ente Morale Mondragone
Studenti
520
Studenti coinvolti dall'inizio del progetto
150
Insegnanti
52
Insegnanti coinvolti dall'inizio del progetto
15
Ambiti e/o materie inclusi nel progetto
Italiano, storia, storia dell'arte, educazione tecnica, scienze
S.M.S. G. Fiorelli

Motivo dell'adozione

All’origine della scelta dell’Ente Morale Mondragone come monumento da adottare sta il fervore di attività che caratterizza l’Istituto. Negli ultimi anni infatti, grazie all’impegno del Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ente, Elettra Maranelli, e della direzione artistica della maestra Nicoletta D’Arbitrio, l’Istituto si è fatto promotore di diverse iniziative di rilevante valore sociale e culturale (valga per tutte l’istituzione di un Corso Biennale di Tessitura e Restauro di tele antiche). E’ stato proprio questo fervore di iniziative, poco conosciute al grande pubblico, a catalizzare il nostro interesse. Adottando l’Istituto abbiamo voluto non solo diffonderne la conoscenza ma anche promuovere una diversa cultura dell’artigianato, ed in particolare dell’artigianato d’arte.

Descrizione del Monumento

L’Istituto Mondragone (posto a confine tra i Quartieri Spagnoli, il Corso Vittorio Emanuele, Cariati e le Rampe Brancaccio) vanta antiche e nobili origini. Fu fondato nel 1655 dalla duchessa Elena Aldobrandini, madre di Anna che, nel 1636, andò in sposa al Duca di Medina di Las Torres Romeo de Guzman, vicerè di Napoli. Nelle intenzioni della fondatrice, il conservatorio doveva salvare dalla miseria e dalla strada fanciulle povere, affidandole all’assistenza di nobildonne, anch’esse cadute in miseria. Fin dalla sua fondazione, il conservatorio si distinse sia nella produzione dei ricami applicati all’abbigliamento, sia nella lavorazione degli arazzi nelle arazzerie di San Carlo alle Mortelle, raggiungendo livelli così alti di esecuzione da provocare una “citazione” da parte dei ricamatori dell’epoca (va ricordato che in quel periodo anche l’arte del ricamo era prerogativa maschile). Grazie alla lungimiranza della fondatrice, l’Istituto riuscà a superare indenne le tormentate vicende storiche della città tra la fine del XVIII secolo e la metà del successivo. Nel 1870 l’Istituto viene riconosciuto dallo Stato Italiano come “ente morale”. Da oltre trecentocinquanta anni, dunque, svolge ininterrottamente la sua attività nel settore artigianale del ricamo e dell’abbigliamento.

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