S. M. S.
Motivo dell'adozione
I quattro monumenti che abbiamo scelto si tovano nella piazza principale del nostro comune, adottandoli potremo approfondire e diffondere la conoscenza della nostra storia, delle nostre tradizioni e del nostro territorio.Il museo comunale ha un importante significato; esso può essere uno strumento per ritornare alle proprie radici, per studiare il passato come momento fondamentale per capire il presente e costituire il futuro. Visitarlo significa confrontarsi con un mondo che, sebbene quasi del tutto scomparso, ci appartiene ancora.
Descrizione del Monumento
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli.Re Carlo Di Borbone, che conosceva questi luoghi fin dal 1735, quando più tardi, sempre più spesso si recava a Caserta, decise di donare al popolo Sannicolese il suolo ed il progetto per la costruzione della Monumentale S. Maria degli Angeli. La costruzione ebbe inizio nel 1748 ed il Re Ferdinando I, succeduto al padre, deliberò l’esproprio e pagò di tasca propria la progettazione al milanese Pietro Bernasconi già direttore della fabbrica della Reggia di Caserta. A Carlo Patturelli, allievo di Vanvitelli fu affidata l’esecuzione dei lavori. I lavori rimasero fermi per difficoltà economiche finchè nel 1768 il sindaco di San Nicola, notaio Aperita, assunse l’incarico di sovrintendere ai lavori, pattuendo che la gabella del vino fosse devoluta per la conclusione della Chiesa. Finalmente nel 1791 tale opera fu benedetta e aperta al culto, con lo stesso nome precedente, di cui si conserva il suggestivo quadro su tavola raffigurante l’assunzione di Maria tra gli Angeli.La chiesa di ‘S. Maria degli Angeli’ sorge in una zona baricentrata rispetto al nucleo storico del paese, così come richiede la concezione cristiana, che vede nel luogo di culto il polo di convergenza della cittadinanza. Essa è orientata secondo l’asse Nord – Sud così come voleva la concezione pagana delle civiltà italiche. Strutturalmente risulta articolata su due livelli. Al primo livello, che costituisce il vero luogo di culto si accede da un ampio e recintato sagrato, rialzato rispetto all’asse viario. Originariamente il livello seminterrato era accessibile tramite una scala a chiocciola sistemata al lato sinistro dell’altare ricavata nella pietra di tufo costituente il naturale sottosuolo della zona. Nel secondo ambiente, oltre alla zona centrale, posta in corrispondenza del presbiterio, caratterizzato da una copertura ottenuta dall’inserzione di più volte troviamo due cappelline in corrispondenza delle sacrestie. La tipologia della chiesa è a pianta longitudinale, essa è impostata dalla successione di vani cubici ed il tutto è stato progettato con l’intento di neutralizzare gli effetti illusionistici con la perentoria affermazione di una spazialità unitaria accentrata.- Museo della Civiltà ContadinaIl museo è stato inaugurato il 22 gennaio 1998. Nei mesi precedenti, su invito del Comune, i cittadini di San Nicola, hanno donato gli attrezzi, gli oggetti di uso quotidiano e gli altri reperti che ora sono contenuti nel museo.Il museo nasce alla metà degli anni novanta e trova le origini nel desiderio comune di tutelare e conservare i segni della cultura materiale del passato e nel bisogno comunitario di non dimenticare il sapere legato ad un mondo di cose lontane spesso fatte di poveri oggetti di uso quotidiano.Gli oggetti esposti sono numerati e catalogati e i nominativi dei donatori sono stati annotati in un apposito registro a futura memoria. Fra i reperti esposti vi sono zappe, erpici, aratri, carrucole in legno, catini di rame, mozzi di carro, cesti, mortai, pestelli.Vi sono reperti di grande rarità, curiosità, pezzi di antiquariato e oggetti introvabili.Il museo contiene anche la ricostruzione di una casa contadina con un arredamento essenziale.- Confraternita di San NicolaInizialmente la Confraternita dedicata al Santo Patrono ‘San Nicola di Bari’ si riuniva presso la Cappella della Madonna della Pietà, allora estrema periferia di San Nicola la Strada; successivamente, per concessione della famiglia De Piccolellis, cui giunsero le lamentele dei fratelli circa la pericolosità che si affrontavano nel portarsi presso quel Pio luogo, la Confraternita fu accolta da un’altra cappella denominata Madonna Delle Grazie più centrale e sicura. A metà 800 quando per magnanimitè borbonica si costruì l’Istituto Orfanotrofio dedicato alla Madonna delle Grazie, dovendo subire la cappella stessa delle ristrutturazioni con l’aggiunta dei campanili, la confraternita fu a sua volta sfrattata e accolta nella cappella privata della famiglia Di Stazio di Via Bronzetti che donò con atto scritto ratificato dal sovrano la cappella alla confraternita, che poté finalmente porre sulla facciata della costruzione la scritta ‘Confraternita S. Nicola di Bari’. La costruzione risale al 1719 e rispecchia le caretteristiche delle altre cappelle private dell’epoca presenti ancora oggi in San Nicola. La facciata è molto semplice e non presenta decorazioni degne di particolare rilievo. Nella parte antistante c’è un cancello in ferro battuto attrraverso cui si accede al sacrato a forma di un rettangolo irregolare. Attualmente la confraternita partecipa alla processione del Santo Patrono San Nciola di Bari con i costumi tradizionali e l’oggettistica relativa (medaglie, stendardi, ecc.) e prima di avviarsi nelle processioni, i fratelli, una volta riunitisi al suono delle campane, escono da questa cappella già pronti in costume.- Chiesa S. Maria delle GrazieLa chiesa, detta affettuosamente dalle suore orfanotrofio, perchè in essa le suore si ritrovavano per le celebrazioni religiose alle quali assistevano anche le orfanelle del vicino Real Convitto, è un altro monumento storico di particolare valore, non solo in termini artistici, ma anche perchè rappresenta un raro esempio di donazione fatta dal sovrano: Ferdinando II^ di Borbone, al nascente orfanotrofio ‘Santa Maria Delle Grazie’. La Chiesa, infatti, originariamente, era appartenuta alla famiglia De Piccolellis, a cui nel 1835 il sovrano di Napoli confiscò per donarla all’Educandato femminile. Questa era una cappella gentilizia, usata dalla Congrega di San Nicola di Bari, necessitava quindi d’essere opportunamente restaurata e messa comunque in condizioni di maggiore prestigio data la personalità del donatore. A proprie spese, Re Ferdinando II^ di Borbone, la fece decorare rendendola un piccolo gioiello grazie all’intervento di noti artisti napoletani.La Chiesa finita offre un insieme di grande effetto architettonico, all’interno sono presenti quadri sacri di alto pregio, specie quello collocato sulla parete di fronte, il Santissimo Altare costruito con marmi policromi. Degni di nota risultano i due campanili, ma solo in uno di essi c’è l’orologio pubblico che ancora segna il lento e inesorabile trascorrere del tempo. Sempre dall’interno il Sacro luogo era collegato al Real Convitto Orfanotrofio attraverso un corridoio che univa il refettorio alla Chiesa, per consentire alle educande il transito senza essere viste dalla strada. Il Re e la Regina alla sua inaugurazione, vollero scoprire le due targhe marmoree fatte incidere una a nome del Re e l’altra a nome della Regina e collocate con i lati della facciata della Chiesa. Esse esprimono, in lingua latina, due diversi messaggi che non possono essere decifrati perché l’incuria a cui la struttura è stata lasciata ha reso le stesse indecifrabili.- Villa Comunalre S.Maria delle GrazieLa villa Comunale, divenuta tale nel 1994 (sindaco Andrea letizia), altro non era che un appezzamento di terreno agricolo di oltre quattro moggi, concesso nel 1823 dal sovrano Ferdinando II Re di Napoli all’allora nascente istituto-orfanatrofio per orfanelle, dedicato alla Madonna delle Grazie, per far sì che venisse coltivato, allo scopo di produrre prodotti freschi (soprattutto frutta e verdura) per le orfanelle come agli anni ’90 quando scioltosi le comunità dell’orfanotrofio, le 50 suore che la gestivano fecero ritorno alla casa madre a Napoli, al divenuto proprietario si adoperò, facendo sì che l’appezzamento di terreno divenisse villa comunale. Circa la fontana dello scultore marcianisano Buccino, vi è da dire che intorno al 1825 questa era destinata ai giardini della Reggia di Caserta, ma non trovandosi collocazione fu trasferita nell’attuale villa di San Nicola. Nel 1988, la fontana a seguito di un furto fu privata degli originali animali marini e adornata successivamente con delle copie.Il fabbricato del Real Convitto di S. Maria delle Grazie, risale alla prima metà dell’800 e trova chiara motivazione nella sensibilitàborbonica verso i bisognosi. Nacque come istituto orfanotrofio per le figlie di militari morti in guerra, associandosi ad altri istituti utilizzati precedentemente per l’istruzione di giovani cadetti figli di ufficiali borbonici morti in guerra. Successivamente i cadetti furono trasferiti alla Nunziatella di Napoli a Pizzofalcone e i locali furono dati in concessione alle sole orfanelle. Le 50 suore che alloggiavano nell’istituto provvedevano all’istruzione fino al compimento della maggiore età delle orfanelle. All’orfanotrofio fu poi annessa, per volere dei sovrani Ferdinando II e Maria Antonietta d’Asburgo, la chiesa della Madonna delle Grazie.