I.T.I.S. A. Volta
Motivo dell'adozione
Il progetto, che ha visto collaborare a partire dal 1999, gli studenti e il personale docente e non decente dell’ITIS “Volta” e il personale del Laboratorio di Restauro del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è nato dalla consapevolezza della bellezza e del valore scientifico della collezione di strumenti e testi d’epoca conservati nell’Istituto oltre che dal nascente interesse verso il reperimento, la conservazione, la manutenzione, il censimento e la catalogazione della strumentazione tecnico-scientifica d’epoca. Al centro del progetto è l’attivita di laboratorio incentrata sul restauro conservativo – e in alcuni casi funzionale – degli strumenti, la schedatura degli interventi eseguiti, la produzione della documentazione grafica e fotografica relativa, l’immissione dei dati raccolti in un sito web in allestimento. Gli studenti acquisiscono in questo laboratorio una specifica impostazione metodologica – su basi scientifiche – relativa al restauro conservativo e alla manutenzione di strumentazione d’epoca e le competenze necessarie ad intervenire su diverse classi di materiali: metalli, legno, ceramica, carta. Imparano inoltre ad utilizzare tecniche per l’allestimento, la valorizzazione, la fruizione degli oggetti in questione e per la costruzione di siti web e prodotti ipertestuali. Il progetto si è costantemente ampliato, anche sulla spinta dell’entusiastica partecipazione degli studenti e delle attiva collaborazione della Circoscrizione San Lorenzo Vicaria e della Fondazione Napoli Novantanove, proponendo in occasione delle diverse edizioni del Maggio dei Monumenti, l’adozione della Chiesa e dell’Ospedale di Santa Maria della Pace, di Castelcapuano, della piazza di San Francesco. Scopo del lavoro degli ultimi anni è stato dunque quello di costruire, insieme agli studenti, occasioni di consapevolezza della ricchezza del patrimonio culturale del quartiere, sollecitando l’attenzione dei giovani non solo verso le emergenze monumentali, ma anche verso l’ambiente in cui i monumenti sono inseriti. Un approccio non statico e “mummificato”, ma vivo, dinamico, che comunichi un’idea del monumento come “oggetto” vivo all’interno di un tessuto sociale, economico, culturale in trasformazione. Un percorso importante per l’acquisizione delle proprie radici culturali, di specifiche competenze tecnico-professionali e di atteggiamenti propositivi nei confronti del futuro.
Descrizione del Monumento
- Convento di Santa Maria della Fede. L’Istituto Tecnico Industriale Alessandro Volta ha sede nei locali dell’antico convento di “Santa Maria della Fede”, edificato dai Frati Agostiniani Riformati a partire dal 1645 nella zona degli “Incarnati”, racchiusa tra l’antico borgo di Sant’Antonio Abate e la fascia ad est dell’Arenaccia. Nel 1751, per impoverimento della congregazione, Papa Benedetto XIV sopprime l’ordine dei frati ed il Convento, loro dimora, viene adibito ad altri usi. La Regina Amalia nel 1752 lo trasforma in ospizio per donne vaganti e vecchie mendicanti; col governo Murat nel 1811 diventa un ospedale che funziona fino alla fine dell’800. Con l’avvio del piano di Risanamento, redatto nel 1884, l’intera zona è sottoposta a profonde modificazioni. Individuata come area di sviluppo industriale, è interessata dalla creazione di nuovi quartieri a carattere operaio e popolare. L’insula monastica si trova così costretta nella maglia a scacchiera con cui si sviluppa il contesto urbano: il Cimitero perde la propria funzione e i locali del Convento diventano sede del Reale Istituto “Alessandro Volta”, nato come Scuola Tecnica Municipale di Napoli nel 1886. L’Istituto ha avuto come sucursali quasi tutti gli istituti tecnici del Mezzogiorno.2) Collezione di strumenti e testi d’epoca dell’ITIS A. VoltaLa preziosa collezione ospitata nel Museo-Laboratorio del nostro istituto comprende gli strumenti che sono serviti nel tempo allo studio delle discipline meccaniche ed elettrotecniche e hanno costituito un valido mezzo di formazione del tecnici che il “Volta” ha dato, per oltre un secolo, al mondo dell’industria e dell’artigaianato del Mezzogiorno. Il patrimonio dei mtesti antichi comprende circa 300 volumi, che datano a partire dal 16° secolo fino al 1905 provenienti probabilmente in parte dalla biblioteca del Convento e in parte dai diversi indirizzi della scuola (si tratta di testi di argomento tecnico, scientifico, letterario). Oggi essi rappresentano un cospicuo patrimonio di beni culturali che testimoniano le varie tappe della sviluppo della scienza e della tecnica tra ‘800 e ‘900 e meritano di essere degnamente conservati e valorizzati.3) Il Parco dell’ex Cimitero degli InglesiQuando nel 1825 la comunità protestante cerca un’area da adibire a cimitero, il giardino dell’ex Convento di S. Maria della Fede sembra una scelta adeguata. La chiesa cattolica napoletana e le leggi borboniche non si oppongono infatti alla sua locaòlizzazione in uno dei quartieri più malfamati della città, ancora non compreso nello sviluppo urbano. Il giardino assume così l’aspetto di un giardino isolato, un luogo di pace e serenità, caratterizzato da una disposizione integrata e armonica di architettura, scultura e vegetazione. Al suo interno trovano posto, tra il 1826 e il 1893, le sepolture dei rappresentanti delle comunità acattoliche residenti a Napoli: banchieri, industriali, tecnici, commercianti, aristocratici, uomini di cultura e di scienza. L’urbanizzazione dell’area, a partire dal 1884, segna inesorabilmente la sorte del cimitero: privato della possibilità di espandersi, esso viene chiuso nel 1893. Ha inizio così il processo di degrado e di costante spoliazione dei suoi monumenti. Nel 1980 il governo britannico cede quanto rimaneva del Cimitero al Comune di Napoli per la cifra simbolica di settanta milioni di lire. Nel 1991 è stato avviato, grazie alla Fondazione Napoli Novantanove, il progetto di ripristino del sito, che dal 1993 è un parco pubblico. Nonostante le numerose manomissioni, dell’antica struttura cimiterale sono ancora conservati 9 dei 250 monumenti funebri originariamente presenti – improntati in prevalenza ad uno stile eclettico (dal neoclassicismo, al neorinascimento, al neogotico). La pulizia del verde e dei marmi dei monumenti più illustri ha restituito al luogo la sua originaria atmosfera di cimitero-giardino, tipico delle confessioni protestanti.4) CastelcapuanoGli studenti hanno studiato la storia del maniero, dalle origini normanne alla sua trasformazione, avvenuta nel 1861, in sede del tribunale. L’imponente edificio è oggi il prodotto del lavoro di restauro di G. Riegler, che restituì alla struttura un’unità stilistica dopo i numerosi interventi di ristrutturazione stratificatisi nel corso dei secoli. All’interno di Castelcapuano i ragazzi guidano i visitatori alla scoperta della Cappella della Sommaria, capolavoro al manierismo tosco-romano, decorata con stucchi e affreschi da Pedro de Ruviales, attivo a Napoli tra il 1548 e 1549. La cappella è finalmente aperta al pubblico durante il Maggio dei Monumenti grazie all’interessamento degli studenti del Volta.