I.T.C.
Descrizione del Monumento
Il complesso monumentale, per chi proviene da Salerno dopo aver attraversato il ponte detto di San Francesco, sorge in posizione leggermente elevata rispetto alla strada statale e si affaccia sulla piazza omonima, delimitata per due lati dagli imponenti palazzi gentilizi De Marinis e Salsano. Questo ampio slargo si andò delimitando ai piedi del borgo “nuovo”, nella zona denominato Panicuocolo, che si sviluppò con un processo di emancipazione rispetto alla potente Abbazia benedettina, soprattutto in funzione delle fiorenti attivtà commerciali avviate nella zoan dei portici, posta a valle rispetto all’originario centro abitativo del Corpo di Cava.Infatti, fin dal 1450 la Libera Università della Città di cava, nella volontà di affermazione di autonomia dal regime feudale del’Abate, stipulava con i Frati Minori una convenzione, donando loro ” quattro moggia di terra, affinché fondassero un convento sotto il titolo di San Francesco”.Quindi la collettività si organizzò per la realizzazione di questo progetto, che portò negli anni alla costituzione dell’insieme che ancora oggi, nonostante le ingiurie del tempo e le tante calamità, possiamo ammirare.Sul vasto e scenografico piazzale antistante la Chiesa si erge un’antica colonna di marmo cipollino di ordine corinzio, che proviene certamente da un tempio pagano scoperto durante i lavori di costruzione di una chiesa a Marina di Vietri. la colonna è sormontata da una croce con effigie scolpita di Cristo (scultura forse del ‘600). la facciata della chiesa, un tempo dedicata a Santa Maria di Gesù ed oggi a San Francesco e Sant’Antonio, la torre campanaria ed il restaurato ex convento, ora denominato “Santa Maria del Rifugio”, rappresentano quanto si è salvato dal terremoto del 1980 e costituiscono una testimonianza significativa dell’abilità costruttiva dei maestri cavesi in pieno ‘500 con risultati particolarmente armoniosi, grazie anche all’uso sapiente e coloristico dei materiali locali. Hanno un aspetto pregevole ed elegante anche la porta principale di ingresso (del 1528) ed i battenti lignei incassati in un portale di tufo negro, ricco di sculture e di fregi. Le lesene scanalate, i capitelli ionici, le piccole guglie a forma piramidale danno eleganza e plasticità al secondo ordine della facciata. Il convento presenta al suo interno un chiostro a pianta quadrata, cinto da un porticato con archi a tutto sesto: esso ospita la Cappella della Congregazione, divisa in tre campate da due ampi archi che poggiano su colonne binate di marmo cipollino, probabilmente anch’esse provenienti dalle rovine del tempio di Vietri.Questa cappella contiene afferschi inseriti in cornici di stucco dorato; essi propongono un ciclo che illustra le storie della Vergine, dalla Nacita alla sua Incoronazione, attraverso dieci riquadri. I caratteri stilistici e compositivi di questo percoroso pittorico fanno pensare alla scuola di Belisario Corenzio, pittore molto attivo a napoli ed in provincia tra il 1590 ed il 1640, anche atrarverso le esecuzioni di allievi e di imitatori.