I.C. Regina Coeli
Motivo dell'adozione
Il complesso monastico “Regina Coeli” viene adottato per i seguenti motivi:* è un complesso artistico che permette di conoscere un altro tassello del patrimonio artistico della città di Napoli* è una struttura in cui arte, storia e spiritualità si fondono armonicamente* in esso ha sede l’Istituto Scolastico Comprensivo “Regina Coeli” che frequentano gli alunni delle classi interessate al progetto: “La Scuola adotta un monumento”
Descrizione del Monumento
Le origini dell’attuale intero complesso monastico di Santa Maria Regina Coeli sono da far risalire al 1561, cioè quando le suore canonichesse lateranensi per edificare il nuovo monastero acquistarono una grande casa con giardino di proprietà del Duca di Montalto, situata nel grande largo di S. Maria delle Grazie sulla collina di Caponapoli, di fronte all’antico convento di S. Gaudioso. In quel tempo questa era la zona più alta della città, e perciò veniva denominata “montagna”: da qui il nome del “Seggio” di cui faceva parte l’edificio.Nel 1810 le Monache Lateranensi furono trasferite presso il monastero di Gesù e Maria e furono sostituite dalle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret che ancora oggi gestiscono il complesso. Giovanna Antida, colpita dalla perdita della madre, nel 1787 decise di entrare tra le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli a Parigi, ma dovette abbandonare la congregazione nel 1789, a causa dello scoppio della Rivoluzione francese. Dopo un breve esilio in Svizzera e Germania, nel 1797 fece il suo ritorno in patria e si stabilì a Besançon, dove aprì una scuola per fanciulle povere. L’11 aprile del 1799 diede vita ad una nuova congregazione, detta delle Suore della Carità, che, anche grazie all’appoggio di Letizia Ramorino, madre di Napoleone I, si diffuse rapidamente in Francia, Svizzera, Savoia e a Napoli. Nel 1819 il suo istituto ottenne anche l’approvazione di papa Pio VII, che concesse ai conventi di Suore della Carità l’esenzione dalla giurisdizione vescovile: entrata in conflitto proprio su questo punto con l’arcivescovo di Besançon Gabriel Cortois de Pressigny, di tendenze gallicane, la Thouret si ritirò a Napoli, presso il monastero di Regina Coeli, dove si spense nel 1826.La prima pietra della nuova chiesa, progettata dall’architetto Giovan Francesco Di Palma, detto il secondo Mormando, fu posta il 19 maggio 1590, dopo l’acquisto di diverse altre piccole case e di qualche giardino. I lavori vennero terminati nel giugno del 1594, con esclusione del Coro che, invece, fu realizzato a partire dal 1599. Oggi in questa chiesa è possibile ritrovare tutte le varie epoche che hanno segnato l’arte napoletana dopo il Cinquecento, da quella di alcuni artisti fiamminghi presenti a Napoli negli anni a cavallo tra ‘500 e ‘600, a quella di alcuni grandi artisti del Seicento napoletano, quali Luca Giordano, Domenico Gargiulo –il pittore meglio noto come Micco Spadaro- e Massimo Stanzione, dalle epoche del vicereame austriaco o dell’età borbonica, a quella, infine, di Gennaro Villani, un maestro della pittura napoletana del primo Novecento.