I. Magistrale E. Pimentel Fonseca
Motivo dell'adozione
I monumenti prescelti ci sono apparsi un ottimo punto di partenza per ripercorrere ed imparare a conoscere la storia della nostra città e l’iniziativa dell’adozione uno strumento prezioso per l’arricchimento culturale e sociale dei nostri ragazzi, la crescita delle loro capacità di studio e di ricerca, di espressione e di comunicazione, e di rapporto concreto con la città.
Descrizione del Monumento
La costruzione della Casa Professa (oggi Istituto Magistrale Pimentel Fonseca) è attestata fin dal 1608. Di particolare interesse la Biblioteca Monumentale, a cui si accede attraverso un imponente portale marmoreo. L’arredo ligneo viene realizzato nel 1730, forse ad opera di Cristofaro Schor. La scaffalatura, montata su due ordini, ricopre per intero le pareti: il primo ordine è scandito da lesene decorate e da grandi volute che si raccordano ad un cornicione su cui poggia il ballatoio del secondo ordine. Di grande effetto decorativo l’elegante balaustra, finemente traforata, dove tra un fitto fogliame si muovono fantastici uccelli, intervallati da medaglioni con profili di uomini illustri. Il pavimento, di marmo bianco, è decorato con tarsie di marmi policromi. Gli affreschi di Antonio Sarnelli, firmati e datati 1750, completano questo piccolo e prestigioso gioiello settecentesco. Palazzo Doria d’Angri – edificato tra il 1785 e il 1799 da Carlo Vanvitelli, su disegno del padre Luigi – fa maestosa mostra di s’è sull’antico largo dello Spirito Santo, oggi piazza VII Settembre. A pianta trapezoidale, il palazzo ha la facciata principale in marmo e travertino. Il portone è accompagnato da due coppie di colonne toscane che sorreggono l’ampia balconata, ove il 7 settembre si affacciò, salutando la folla, Giuseppe Garibaldi. All’interno la maestosa scala marmorea di Antonio di Lucca conduce al primo piano nobile. Quest’ultimo, completato nel 1787, comprendeva l’ampia sala d’ingresso, le varie anticamere, la cappella e la galleria, un ampio salone dominato dall’oro in risalto sul verde chiaro del fondo, uno dei modelli più raffinati dell’arte rococò. Al fasto della galleria si oppongono la delicatezza della cappella, di cui restano frammenti di affreschi, e il boudoir, piccola sala a pianta circolare, con pregevoli affreschi, nelle tonalità dell’azzurro e del rosa, di Alessandro Fischetti.