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La Scuola adotta un monumento: Lecce, torna in funzione la fontanella in pietra leccese di Via Dell’Abate

Oggi la cerimonia per lo scoprimento del mascherone di una delle fontanelle in pietra leccese

Si è svolta questa mattina la cerimonia per lo scoprimento del mascherone di una delle fontanelle in pietra leccese posizionate su via dell’Abate, angolo via San Cesario. L’iniziativa rientra nel progetto “La scuola adotta un monumento”, ideato e promosso da “Fondazione Napoli 99”, nato per sensibilizzare le giovani generazioni al rispetto e alla tutela del patrimonio storico ed ambientale.

Al progetto ha aderito anche l’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Lecce.

Alla cerimonia erano presenti il vicesindaco e assessore alla PubblicaIstruzione, Carmen Tessitore, la dirigente scolastica Bruna Morena (Istituto Comprensivo Ammirato-Falcone di Lecce) e il professor Vittorio De Vitis (Istituto Comprensivo Ammirato-Falcone di Lecce).

Il riposizionamento di una parte della fontana di cui il monumento era privo è stato promosso dall’Istituto Comprensivo Scipione-Ammirato in collaborazione con il Comune di Lecce. Il rifacimento del mascherone, invece, è stato donato dalla Scuola Edile di Lecce che ha affidato i lavori all’artista Giuliano Epifani e alla restauratrice Maria Buongiorno.

Accanto al monumento è stato posizionato un pannello didattico per ricordare questa operazione corredato da alcune notizie storiche sulla fontana e la sua importanza per la storia di Lecce e del quartiere. La realizzazione del pannello è stata resa possibile grazie alla sponsorizzazione della Società cooperativa 3QCPLUS di San Cesario di Lecce, dimostratasi sensibile all’iniziativa avviata dai ragazzi.

Per l’occasione l’Acquedotto Pugliese ha messo nuovamente in funzione la fontana, aprendo il flusso dell’acqua. Il progetto, portato avanti dal professor Vittorio De Vitis, ha permesso il recupero di una delle fontane in pietra realizzate negli anni 1955-1958 che versava in condizioni di degrado e di abbandono.

Cenni storici

La fontana rappresentava un importante nodo di approvvigionamento idrico per i leccesi sud-ovest della città, non ancora serviti all’epoca dall’Acquedotto Pugliese, indispensabile anche per quei viaggiatori con carrozze, calessi e carri agricoli (i famosi “birocci” e “traini salentini”) per dissetare se stessi ed il loro bestiame. Realizzata tra il 1955 e il 1957, al pari di altre 5 simili collocate lungo il perimetro periferico a sud-ovest della città di Lecce è costituita da blocchi di pietra locale (“pietra leccese”) in “calcarenite” a grana medio-fine di dimensioni (altezza 2,40 metri, larghezza 1,90 metri e profonda un metro e mezzo circa).

Con il suo stile equilibrato ed elegante presenta motivi ornamentali tipici dell’architettura neoclassica e barocca della città di Lecce.

La forma regolare del basamento è arricchito da un “coronamento”, con cornici, scanalature e modanature che ne armonizzano le proporzioni. L’acqua è raccolta in una vasca ellittica (abbeveratoio) la cui forma contrasta con la rigida regolarità della parte frontale caratterizzato da un mascherone centrale costituito da un “protome”

(elemento decorativo dipinto, inciso o in rilievo, molto diffuso nell’arte antica, costituito da testa o busto di uomo, animale o creatura fantastica), rappresentato da una testa di leone, lavorata a rilievo dalla cui bocca sgorga l’acqua attraverso un tubo in ferro.

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